Libro della Felicità

f. 79v, Sindbad e l’anziano del mare


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Probabilmente la storia che qui viene illustrata è presa dall’opera più famosa della letteratura araba, la composizione conosciuta come “Le mille e una notte”, basata a sua volta su un gran numero di fonti orali e scritte. Uno dei racconti di Sindbad il Marinaio narra dell’incontro con un anziano nell’isola deserta dove era naufragato. Sindbad lo aiutò caricandolo sulle spalle, ma l’anziano del mare attorcigliò forte le gambe intorno al corpo di Sindbad e non volle più lasciarlo, piuttosto gli ordinava di andare da una parte all’altra e gli menava ogni volta che il marinaio si azzardava a protestare. Finalmente Sindbad approdò in un vigneto dove colse dell’uva con cui fece un succo che mise al sole. Quando fermentò lo diede da bere all’anziano, e costui si ubriacò e le forze lo abbandonarono. Immediatamente il marinaio se lo tolse da sopra, lo buttò per terra e lo uccise con una pietra. Ancora una volta, per comprendere la storia è necessario confrontare questa miniatura con il suo modello nel Kitab al-bulhan (f. 43r), dove la scena si colloca dinanzi un alto vitigno con un recipiente di vino per terra, accanto alle due figure intrecciate. Nella pittura ottomana l’artista ha mantenuto soltanto i due uomini nella stessa posizione, l’anziano del mare raffigurato come un pesce dalla testa umana e braccia -no gambe, come dice il racconto- attorcigliate intorno al corpo di Sindbad. Questo essere ha due corna appuntite che non appaiono nel Kitab al-bulhan. Ma, in questo caso non c’è traccia della vigna né del vino con cui si concluderà la storia. Al contrario, deliberatamente o no, la scena si sviluppa in un limpido paesaggio costiero, con un pesce di grandi dimensioni in primo piano ed una casa su un lontano promontorio, subito dopo che Sindbad, recuperato l’anziano in mare ne rimane catturato.

Stefano Carboni
The Metropolitan Museum of Art
Conservatore allegato del Dpto. di Arte islamico

f. 79v, Simbad y el anciano del mar

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f. 79v, Sindbad e l’anziano del mare

Probabilmente la storia che qui viene illustrata è presa dall’opera più famosa della letteratura araba, la composizione conosciuta come “Le mille e una notte”, basata a sua volta su un gran numero di fonti orali e scritte. Uno dei racconti di Sindbad il Marinaio narra dell’incontro con un anziano nell’isola deserta dove era naufragato. Sindbad lo aiutò caricandolo sulle spalle, ma l’anziano del mare attorcigliò forte le gambe intorno al corpo di Sindbad e non volle più lasciarlo, piuttosto gli ordinava di andare da una parte all’altra e gli menava ogni volta che il marinaio si azzardava a protestare. Finalmente Sindbad approdò in un vigneto dove colse dell’uva con cui fece un succo che mise al sole. Quando fermentò lo diede da bere all’anziano, e costui si ubriacò e le forze lo abbandonarono. Immediatamente il marinaio se lo tolse da sopra, lo buttò per terra e lo uccise con una pietra. Ancora una volta, per comprendere la storia è necessario confrontare questa miniatura con il suo modello nel Kitab al-bulhan (f. 43r), dove la scena si colloca dinanzi un alto vitigno con un recipiente di vino per terra, accanto alle due figure intrecciate. Nella pittura ottomana l’artista ha mantenuto soltanto i due uomini nella stessa posizione, l’anziano del mare raffigurato come un pesce dalla testa umana e braccia -no gambe, come dice il racconto- attorcigliate intorno al corpo di Sindbad. Questo essere ha due corna appuntite che non appaiono nel Kitab al-bulhan. Ma, in questo caso non c’è traccia della vigna né del vino con cui si concluderà la storia. Al contrario, deliberatamente o no, la scena si sviluppa in un limpido paesaggio costiero, con un pesce di grandi dimensioni in primo piano ed una casa su un lontano promontorio, subito dopo che Sindbad, recuperato l’anziano in mare ne rimane catturato.

Stefano Carboni
The Metropolitan Museum of Art
Conservatore allegato del Dpto. di Arte islamico

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