Questo è un salmo penitenziale in cui gli uomini confessano i loro peccati e sono perdonati da Dio. Tra il Sole, la Luna e le stelle, un busto di Dio con le braccia tese presiede la composizione quasi simmetrica (v. 2, Beatus vir cui non imputavit Dominus peccatum // Beato l’uomo a cui il Signore non imputa l’iniquità; v. 4, Quoniam die ac nocte gravata est super me manus tua // Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me). Sotto, tre angeli stendono un ampio lenzuolo bianco su due gruppi di uomini in piedi e in ginocchio, i peccatori perdonati (v. 1, Beati quorum remisse sunt iniquitates et quorum tecta sunt peccata // Beati coloro la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto; v. 5, Delictum meum cognitum tibi fecI: et iniusticiam meam non abscondi. Dixi confitebor adversus me iniusticiam meam Domino, et tu remisisti impietatem peccati mei // Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: «Confesserò le mie trasgressioni all'Eterno», e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato). Sotto di esso, ad ogni lato, ci sono due gruppi di uomini armati con lance e scudi (v. 7, Tu es refugium meum a tribulatione que circumdedit me; exultatio mea erue me a circumdantibus me // Tu sei il mio luogo di rifugio dalla tribolazione che mi ha accompagnato; mio giubilo, liberami da chi mi circonda). Al centro, il salmista, seduto, sostiene con una mano un ramo spinoso contro la quale reagisce, mentre nell’altra tiene un filatterio (v. 4, Conversus sum in erumpna mea dum configitur spina // Torno nella mia angustia mentre la spina si conficca). Accanto a lui c’è un uomo su un cavallo indomito mentre altri due cercano di domare una mula selvaggia con il bastone e la frusta (v. 9, Nolite fieri sicut equus et mulus quibus non est intellectus. In chamo et freno maxillas eorum constringe qui non approximant ad te // Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto. Frena col morso e con la briglia coloro che non si avvicinano a te).