"Dice il Mattioli a proposito della polmonaria: un’altra pianta muschiosa simile al lichene nasce sui tronchi delle querce e di altri alberi selvatici nei folti boschi, più larga, arida e secca, di colore verde sopra e gialliccio sotto, con molte macchie che la fanno assomigliare a un polmone umano; per questo è chiamata da molti polmonaria. Alcuni la usano, confidando forse più nel nome che nelle sue effettive proprietà, per le ulcere polmonari e per l’espettorazione di sangue, a cui può facilmente giovare poiché è molto secca e astringente; altri ne lodano la capacità di cicatrizzare le ferite e le ulcere dei membri genitali e di fermare ambedue i flussi delle donne, e per questo dicono che sia efficacissima, e anche per la dissenteria e i vomiti collerici" (f. 70v).
Al pari degli altri licheni, il polmonario è formato da una simbiosi tra un fungo e un’alga. Vive in Europa su tronchi di alberi in boschi a caducifoglie. Secondo la teoria della segnatura, la sua somiglianza con i lobuli polmonari ne suggeriva i benefici in caso di malattie respiratorie. Popolarmente era assunto sotto forma di decotto, sebbene sia amaro e contenga principi tossici. Verso la metà del xx secolo alcuni prodotti lichenici sono stati impiegati in medicina con validi risultati, anche se si è poi deciso di bloccarne l’uso a causa di ulteriori componenti velenosi.
Ramón Morales Valverde Real Jardín Botánico de Madrid (Estratto dal volume di commento del Dioscoride di Cibo e Mattioli)
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