Aro (Arum italicum), cc. 52v-53
L’aro, che è chiamato dai Siriani lupha, fa le fronde come quelle della dragontea, ma più lunghe e meno screziate, e fa il fusto rossiccio lungo un palmo, come un pestello, dal quale nasce il seme che è del colore dello zafferano.
Ha una radice bianca come quella della dragontea, ma con un sapore meno forte, e per questo viene aggiunta alle pietanze, come le sue foglie, condite con il sale. Le foglie secche vengono invece mangiate a sé, dopo averle cotte da sole.
La radice, il seme e le fronde di questa pianta hanno le stesse virtù di quelli della dragontea.
La radice inoltre, applicata a mo’ di impiastro insieme allo sterco di bue, giova particolarmente alla gotta. Si conserva nello stesso modo della radice della dragontea e, poiché ha un sapore meno forte di quella, si usa di più nei cibi.