Cresce nei boschi di Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, di gran parte dell’Europa e della regione mediterranea fino all’Asia sud-occidentale. Il nome generico è lo stesso del leccio in latino, mentre quello specifico allude alle foglie spinose. L’albero, che può raggiungere gli otto metri di altezza, ha le foglie inferiori con spine sui margini; le superiori, dove non possono arrivare gli erbivori, che ne vanno ghiotti, hanno invece il bordo liscio. I piccoli frutti rossi sono tossici e nascono dall’esemplare femminile, giacché è questa una pianta dioica. Contiene glucosidi, tannini e amari. Le foglie cotte risultano efficaci contro il reuma e la febbre. Il legno è di ottima qualità. Cuocendone la corteccia interna, lasciandola fermentare e poi macinandola, si può ottenere il vischio, una sostanza appiccicosa impiegata, tra le altre cose, per cacciare gli uccelli. È un alberello ornamentale, e di solito veniva usato a Natale per via delle sue foglie luccicanti e dei frutti rossi, ma oggi è una specie protetta.
Ramón Morales Valverde
