"L’emionite, che alcuni chiamano splenio, produce le foglie simili a quelle della dragontea, a forma di mezzaluna e curve. Ha molte radici sottili; non produce né fusto, né fiore, né seme. Nasce in luoghi sassosi ed è di sapore aspro. Bevuta nell’aceto sgonfia la milza."
Cresce in luoghi freschi, soprattutto in quelli parecchio umidi, nel nord dell’Italia, in parte della Spagna e in Francia. Dall’antichità al xvii secolo è stata ampiamente utilizzata in medicina grazie alle proprietà vulnerarie ed epatiche. Presenta fronde dalle foglie sagittate, come si può dedurre pure dall’epiteto specifico e da un ulteriore suo nome comunemente usato, asplenio sagittato. Un’altra scolopendria (Phyllitis scolopendrium), dalla foglia intera, è osservabile ai ff. 13v-14r.
"L’emionite, che alcuni chiamano splenio, produce le foglie simili a quelle della dragontea, a forma di mezzaluna e curve. Ha molte radici sottili; non produce né fusto, né fiore, né seme. Nasce in luoghi sassosi ed è di sapore aspro. Bevuta nell’aceto sgonfia la milza."
Cresce in luoghi freschi, soprattutto in quelli parecchio umidi, nel nord dell’Italia, in parte della Spagna e in Francia. Dall’antichità al xvii secolo è stata ampiamente utilizzata in medicina grazie alle proprietà vulnerarie ed epatiche. Presenta fronde dalle foglie sagittate, come si può dedurre pure dall’epiteto specifico e da un ulteriore suo nome comunemente usato, asplenio sagittato. Un’altra scolopendria (Phyllitis scolopendrium), dalla foglia intera, è osservabile ai ff. 13v-14r.
Ramón Morales Valverde
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