La stellaria, che alcuni chiamano piede di leone e altri alchimilla, è una pianta che nasce soprattutto nei prati di montagna. Le sue foglie somigliano molto a quelle della malva, ma sono più dure, più fitte di nervature e più crespe; e i loro angoli, che sono per lo più otto ma talvolta meno, sono molto più vistosi e tutti dentati, di modo che, quando le foglie sono bene aperte, assomigliano a una stella. Il suo fusto cresce fino all’altezza di un palmo e spesso anche di più; da esso si dipartono molti ramoscelli, che recano in cima i fiori simili a stelle, di colore verde tendente al giallo e molto minuti. La radice è grossa un dito, lunga anche più di un palmo e mezzo. Nasce a maggio e fiorisce a giugno. È eccezionale per cicatrizzare le ferite interne ed esterne; perciò è adoperata spesso dai chirurghi tedeschi nelle bevande per le ferite mortali e per le budella, e anche per le fistole. La polvere della pianta essiccata, bevuta nell’acqua distillata di quella fresca o nel decotto di quella secca, guarisce le ernie intestinali dei bambini. Un cucchiaio alla volta di questa stessa polvere diluita nel vino o nel brodo, presa per 15 o 20 giorni, si dà con non poco successo alle donne sterili qualora la scivolosità degli umori impedisca al seme di rimanere nell’utero. L’acqua distillata, prima bevuta e poi applicata alle parti di sotto, fa cessare la leucorrea; continuando ad assumerla, in tal modo restringe la vagina da fare sembrare vergini le donne che non lo sono, soprattutto quando stanno a sedere per alcuni giorni nel suo decotto. Delle pezze di tela bagnate nella sua acqua e applicate sulle mammelle, le fanno ritirare, così che diventano rotonde e sode (c. 121v).